Da "Nothing Venture, Nothing Win" di Edmund Hillary

"I discovered that even the mediocre can have adventures and even the fearful can achieve".

mercoledì 1 ottobre 2008

Arrivo e crack in Patagonia

Arrivo a Buenos Aires (aeroporto internazionale di Ezeiza) con 2 ore e mezza di ritardo (sono al limite e rischio di perdere la coincidenza per Bariloche che parte dall'altro aeroporto che dista 40 km ma bisogna passare per il traffico sudamericano della capitale argentina. Al ritiro bagagli dubito che per una porta cosi' piccola possa passare lo scatolone in cui ho imballato bici e carrello (175x98x18) ... Lo comunico al personale ma mi rassicurano. Infatti non c'è' problema: se non passa glielo danno passare! Infatti lo scatolone arriva gravemente danneggiato. Da un buco esce un pezzo di plastica, penso sia del carrello. Maledizione. Il carrello e' danneggiato. Non mi faccio prendere dallo sconforto. Riparo lo scatolone con lo scotch da pacchi che mi ero portato nel bagaglio a mano prevedendo una simile evenienza e via... Il taxi prenotato e' guidato da un autista simpatico, appassionato delle tragedie areonautiche dell'altro areoporto, quello da cui devo ripartire (areoparque). Per arrivare in tempo ci sarebbe una strada ma... okkei, gli allungo la mancia. Infatti arriviamo prima del previsto. E per fortuna perche' altrimenti perdevo l'aereo.

Arrivo a Bariloche, che dall'alto sembra un'oasi nella steppa patagonica color terra bruciata. Assisto alle operazioni di scarico e vedo il mio scatolone che fa da ponte tra due mucchi di valige e sostiene un gigantesco mucchio di altre valige. Ok. E' finita. Quando recupero lo scatolone e' completamente sfasciato, non si riesce neppure a caricare sul carrello perche' si affloscia. Lo trascino fuori dall'areoporto e prima di spacchettare mi faccio portare dall'omnibus in citta' perche' se l'attrezzatura e' inutilizzabile, mi tocca anche reimpacchettare tutto e con il cartone in questo stato diventa un'impresa. In centro mi piazzo davanti ad un negozio e spacchetto. Il proprietario esce e mi chiede da dove vengo e dove vado, si offre di darmi una mano e mi regala degli adesivi catarinfrangenti. Ospitalita' patagonica di cui avevo sentito parlare...
Spacchetto e monto. Con il cuore in gola... Ehi e' tutto integro!!! Miracolo! Anche il carrello! Ma quel pezzo da dove viene? Mah, forse e' il pezzo della valigia di qualcun altro!!! Solo il deragliatore posteriore mi pare in una posizione innaturale. Il proprietario del negozio riesce e si offre di smaltire lui il materiale di imballaggio. Parto. Mitico. Ole'. Sono in Patagonia.
Faccio 300 metri e... crack! Deragliatore a puttane! Sono finito sul serio stavolta. Beh. Calma e gesso. Spingo tutto fino all'ostello. Metto in magazzino e salgo a farmi una doccia. Poi riposo. Quando mi sveglio e' l'imbrunire. Vado alla Jauja uno dei ristoranti raccomandati dalla Routard. Mangiare bene e dormire bene. Questo e' il mio motto per un viaggio sempre buono. Applichiamolo. Bife de Chorizo, empanadas, vino di Medoza e il mitico Dulche de leche (tutto fantastico). E... a nanna. Domani, dopotutto, e' un altro giorno. Cosi' diceva Rossella O'Hara... e giacche' da queste parti di vento ce n'e' parecchio...