giovedì 23 ottobre 2008
Perito Moreno
Parto di buon ora e inizio i 124 km che separano Rio Mayo da Perito Moreno. Il percorso inizia bene, senza vento, ripio buono e tempo buono. Dopo 30 km pero' il gigantesco ventilatore patagonico viene acceso e non ce n'e' piu' per nessuno. Procedo a 8 km/h e dubito di arrivare entro oggi. Attacco il lettore mp3 che i colleghi della guardia mi hanno regalato e grazie alla musica non mollo e non penso alla fatica. Alle 13.30 ho fatto 55 km, un disastro. Ma non mollo. Mi pongo piccoli obiettivi di spazio/tempo ma comincio a osservare che sto bevendo oltre tutte le attese e che, se continuo cosi' e non arrivo, non avro' acqua a sufficienza. Inoltre non passa nessuno: ne in un senso di marcia ne' nell'altro. Deserto. Vedo anche il primo guanaco ma cosi' da lontano che non provo neppure a fotografarlo. Il vento non molla e a pausa pranzo apro la borsa del manubrio e mi volano via 2 peso, che inseguo per il deserto (avido, sono meno di un euro!). Quando torno alla bici il vento me l'ha rovesciata e alla borsa laterale destra si e' rotto l'attaccatura per il portapacchi. Niente paura sono attrezzatato, prima o poi sarebbe successo. Rimedio con fascetta di plastica. Non mollo (anche perche' cosa mi rimane da fare?). Ad un certo punto vedo il pick-up di due ingegneri che discutono sui lavori stradali e mi dico "perfetto se mai poi mi faccio pigliare su". Dopo mezzora passa la camionetta con due ragazzi e due bici a bordo! Cazzo mi sento derubato! Dagli unici 2 cicloturisti del cazzo che abbia visto in Patagonia. Arrivo alle 17. Ho percorso 93 km nel vento piu' assurdo. Incontro un cantiere stradale e chiedo, ebbene si, un passaggio per Perito Moreno (mancano 30 km). Tre operai - piu' cotti di me - mi danno una mano a caricare sul pick-up e via. In macchina nessuno parla e io mi pongo una soglia di dignita': non piu' del 5% dei chilometri in pick-up. Ora sono al 4,5% (59 su 1303). Potrei raccontare che ho fatto tutto da solo, ma racconto la verita'. Ho trovato qualcosa che mi ha posto agli estremi della mia resistenza fisica e psicologica: la Ruta 40. Dal pick-up guardo la strada e mi rendo conto che non ce l'avrei fatta: salite, discese e, ad un certo punto, la prima tempesta di sabbia che abbia mai visto. Un inferno. Il pick-up sobbalza ma arriva a destinazione. Sono lesso ma trovo alloggio.