Una riflessione: la "malasuerte" ha fatto certamente la sua parte ma - da buon materialista - credo che il problema sia sostanzialmente un problema di appropriatezza tecnica del mezzo. Non ho commesso errori ne' dal punto di vista dell'organizzazione dei trasferimenti aerei, ne' dal punto di vista del vestiario o dell'attrezzatura extra-bici. La preparazione fisica e' perfetta e anche dal punto di vista psicologico non ho mai avuto problemi. Anche ora accetto le sfighe con "curiosita'", come dicendo "e adesso come te la cavi, vecchio mio?". Non ho commesso neppure errori di sovraccarico del mezzo perche' il carico al netto e' di 40 kg (i restanti 26 sono di bici piu' carrello). Il problema e': il mezzo (bici+carrello) e' tecnicamente appropriato? Infatti tutte le rotture hanno interessato giunzioni. Tutte le giunzioni interessate sono giunzioni che trasmettono carichi e tutte sono fatte di alluminio. Ora, la Patagonia e' una terra estrema. Con venti estremi, sterrati estremi per distanze estreme. In cui sia in fisico del ciclista sia il mezzo devono sopportare forze estreme. Presentarsi in Patagonia con giunture di alluminio e' molto rischioso: la Patagonia non e' un gioco e non e' una terra da educande. Pago l'inesperienza: l'alluminio e' un materiale che non ha una resistenza sufficiente e che - tra l'altro - presenta problemi notevoli per essere saldato.
Comunque niente paura. Se riesco a trovare i pezzi di ricambio bene, altrimenti spedisco tutta l'attrezzatura tecnica in Italia e continuo in autobus, anche se non e' la stessa cosa...